Alcuni cibi che vengono consumati con una certa frequenza, se crudi, risultano essere tossici per l’organismo, e alcuni di questi, in alcuni casi possono risultare addirittura letali.
Alcuni cibi, se non vengono non cotti, possono provocare dei problemi di digestione, ma anche forme di avvelenamento a causa di una certa tossicità, con conseguenze decisamente pericolose. Vediamo allora quali sono i cibi a cui prestare molta attenzione e che è preferibile mangiare far cuocere bene:
PATATE
Il tubero appartiene alla famiglia delle Solanacee e contiene la solanina, un alcaloide glicosidico tossico, presente in ogni parte della pianta, comprese foglie, frutti e radici. Rappresenta una difesa della pianta contro funghi e insetti ed è tossico anche in modeste quantità. Nella patata "classica" si aggira intorno ai 10 milligrammi ogni 100 grammi ed è concentrata soprattutto nella buccia. Secondo alcuni studiosi, da 2 a 5 mg per chilogrammo di peso causano intossicazione mentre da 3 a 6 mg/kg può invece risultare mortale. I sintomi insorgono da 8 a 12 ore dopo l'ingestione, ma in alte concentrazioni anche dopo soli 30 minuti. Le patate verdi, colorazione dovuta all'esposizione solare, sono una fonte cospicua di solanina con valori che possono anche arrivare a quantità
maggiori di 1 mg/Kg. I sintomi dell'avvelenamento si presentano sotto forma di disordinigastrointestinali e neurologici come nausea, diarrea, vomito, crampi allo stomaco, bruciore alla gola, mal di testa e vertigini. Sono anche state segnalate allucinazioni, paralisi e, nei casi più gravi, febbre.
MELANZANE
Come le patate cotengono la solanina, che si concentra nella buccia e soprattutto nella melanzana acerba. La cottura diminuisce sensibilmente il livello di questa sostanza tossica, che comunque non scompare definitivamente. La quantità per 100 grammi di melanzane si aggira intorno ai 9-13 milligrammi, mentre il livello di pericolo è sopra i 25 milligrammi per 100 grammi di prodotto.
FAGIOLI
Mangiarli crudi, messi a bagno in acqua, o semi crudi, può sviluppare la fitoemagglutinina, cioè l'avvelenamento da fagiolo rosso. Il fattore tossicità è insito in vare specie di legumi, come ad esempio fagioli di soia, fave e fagioli bianchi, ma principalmente nei fagioli rossi. I primi sintomi compaiono dopo poche ore ma pare che, a parte casi molto gravi ma rari, gli effetti durino per poco tempo.
MANIOCA
Nel nostro paese la radice viene usata raramente, in particolar modo nei dolci o nei piatti etnici. Esiste la manioca dolce, la cui polpa può essere mangiata cruda, e quella amara che è molto tossica e deve essere "elaborata" per diventare commestibile e non creare pericoli alla salute. Anche le foglie crude delle manioca sono tossiche, ma diventano commestibili per esempio dopo una lunga bollitura. Una tecnica (tradizionale africana) per eliminare le tossine dalla radice di manioca consiste nel pelarla, tenerla immersa in acqua a fermentare per 3 giorni e poi essiccarla o cuocerla.
0 commentaires:
Enregistrer un commentaire